Diego Tarlazzi, un under 11 di buone speranze
Tra i giovanissimi della Scuola Agonistica del Tennis Club Faenza che si stanno mettendo in luce, c’è Diego Tarlazzi. Nato undici anni fa a Lugo, dove frequenta la prima media, Diego oggi si divide tra la sua città natale e Faenza: si allena un paio di volte alla settimana sui campi del circolo di via Medaglie d’Oro, seguito dai maestri Edoardo Pompei e Marco Poggi.
«Fino a tre anni fa ho praticato calcio e tennis, poi ho dovuto scegliere e ho preferito quest’ultimo sport», spiega il giovanissimo portacolori del Tennis Club Faenza, che al circolo di Lugo è cresciuto sotto i primi insegnamenti del maestro Nicholas Contavalli: «Poi è stato lui a dirottarmi su Faenza, perché mi voleva far crescere in un ambiente più competitivo».
Quest’anno Diego Tarlazzi, attualmente classificato 3.5, ha ben figurato in diversi tornei. In particolare, ha vinto il Torneo under 12 del Circolo Casalboni di Santarcangelo di Romagna.
Poi è arrivato agli ottavi di finale nel campionato nazionale under 11 svoltosi a Roma, dove è riuscito a raggiungere le semifinali nel doppio. E si è qualificato al prestigioso Torneo Master Road to Torino categoria under 11. Nel capoluogo piemontese, come testa di serie numero 6, ha superato nei quarti Valentino Grasselli (n. 3) ed in semifinale Riccardo Viscovo, fermando la sua corsa solo in finale, opposto a Giovanni Bruno Condorelli (n.1). «È stata una bella esperienza – dice Diego – A Torino ho ritrovato molti degli amici contro i quali mi ero già confrontato ai campionati italiani della mia categoria. Anche in finale, pur perdendola, ho giocato abbastanza bene. Durante l’evento sono riuscito a vedere tutti i migliori tennisti del mondo, raccogliendo diversi autografi, compreso quello di Djokovic, anche se il mio giocatore preferito è Nadal, per la grinta che ha sempre messo in campo».
Diego, che dopo le scuole medie vuole frequentare il Liceo scientifico ad indirizzo sportivo di Ravenna, prova a tracciare le sue qualità tennistiche ed i suoi punti deboli: «Posso migliorare la velocità di gambe, un po’ il rovescio e… la testa: ogni tanto mi perdo durante le partite. I miei punti forti sono la forza, il diritto, la battuta e la varietà di gioco. L’anno prossimo vorrei continuare a migliorarmi, giocando parecchie partite. Soltanto giocando molto posso crescere e fare esperienza».
Il maestro Edoardo Pompei, che lo sta seguendo con attenzione, accompagnandolo alle trasferte che lo vedono impegnato nei principali tornei nazionali, dice di lui: «Diego è sicuramente molto dotato per il tennis, gli viene tutto abbastanza facile. Mancino, ha un ottimo dritto ed un gioco tendenzialmente aggressivo e molto vario: gioca la palla corta, va a rete, sa giocare bene il back. Ha una buona prima di servizio. Sa fare un po’ tutta la fase offensiva, ma pecca ancora in quella difensiva. Occorrerà lavorare sotto l’aspetto mentale, perché a questa età è ancora difficile gestire bene le emozioni che si presentano nel corso di una partita. Da ultimo, il tennis moderno è uno sport molto fisico e quindi lavoreremo molto su questo aspetto attraverso la preparazione atletica».